Mentre a Roma si combatteva... Di Angelo Ivan Leone



Premessa: questa che stiamo combattendo è un'emergenza sanitaria che, per la nostra generazione che non ne ha mai vissuta una, è quanto di più simile ci sia ad una guerra.
Pertanto questa è la cosa più simile ad una guerra che abbiamo mai vissuto e che, naturalmente, ci auguriamo mai di vivere in futuro.
Questa emergenza-guerra avremmo potuto combatterla meglio e sicuramente con più coscienza se chi l'ha combattuta prima di noi ci avesse dato, e avesse dato al mondo intero, il numero dei veri morti e dei veri caduti in questa guerra.
Purtroppo dei governanti cinesi odierni si può benissimo dire quel che si diceva un tempo degli zar russi: passano metà del tempo a far si che le notizie di dentro non arrivino fuori e l'altra metà a far si che quelle di fuori non vengano dentro.
Il loro totalitarismo, la loro autocrazia e tutta la loro mancanza di libera informazione che sono, da sempre, i veri anticorpi della democrazia ci ha sicuramente e mondialmente portato a sottovalutare la portata del pericolo che stavamo per vivere.
Si dirà che lo sapevamo già e che dovevamo essere coscienti che tutto quello che ci veniva detto da Pechino era da prendersi con le molle, questo è senz'altro vero ed è indice della miopia imperante e del provincialismo di certa gente.
Purtroppo, per quanto riguarda la miopia, non possiamo e non dobbiamo tacere l'atteggiamento equivoco, balbettante e, addirittura, controproducente che, questa volta, non la Cina totalitaria e autocratica ma la nostra Europa liberaldemocratica ha posto in essere.
Dalle parole improvvide per non dire in malafede di Cristine Lagarde agli atteggiamenti di sufficenza e addirittura di becero razzismo dei governi di alcuni Paesi del Nord Europa. Questa è una considerazione che va fatta e a poco o niente servono le scuse tardive che stanno arrivando e i relativi aiuti che questi Paesi ci stanno mandando. L'Italia è stata lasciata sola, al massimo chi ci ha aiutato sono Paesi che non facevano parte dell'Europa e di tutto questo il popolo italiano terrà memoria.
Qui in Italia abbiamo combattuto e stiamo combattendo per tutti anche per loro, tanto è vero che dopo i primi commenti razzisti anche tutti gli altri governi europei hanno dovuto prendere le nostre stesse misure. Questo sta a dimostrare la giustezza del nostro approccio e la portata reale di questa guerra. Tuttavia l'Italia e gli italiani non potranno mai dimenticare che: mentre a Roma si combatteva per tutti, anche per loro, a Bruxelles e a Strasburgo qualcuno perdeva tempo in chiacchere, qualcun'altro ci derideva allegramente ed, infine, qualcuno ci pugnalava vigliaccamente alle spalle.
Quando tutto questo finirà e ne usciremo, come e più di sempre, vittoriosi, tutto questo peserà. Enormemente.

Commenti

  1. http://www.lteconomy.it/blog/2020/04/03/coronavirus-plague-are-we-ready-for-this-pandemic/

    RispondiElimina
  2. La suddetta pandemia, in verità, è stata anche sottovalutata in Italia all'inizio: casi sporadici al nord, da dove poi si è diffuso il contagio in maniera esponenziale.
    Tutti hanno cercato di non vedere la valanga che stava colpendo il mondo. All'inizio sembrava un piccolo incidente, poi la pandemia ha aperto le sue mostruose fauci per ingoiare migliaia di vittime innocenti.
    I numeri sono purtroppo evidenti e la fretta di trovare infermieri e dottori, maschere e respiratori non è certamente un'immagine rassicurante! Vorrei che altre persone non sperimentassero il dramma italiano! Questo è il mio desiderio più vivo e sincero.
    Ci sono stati palesi errori: chiudere immediatamente le aree infette del nord Italia, secondo l’esempio di Wuhan, sarebbe stato ottimale.
    Comunque, resta il dato oggettivo che mai tante persone siano morte in numero così grande come in questo periodo.

    RispondiElimina

Posta un commento