Le memorie di Adriano di Angelo Ivan Leone
Un libro che narra una storia eterna che parla di un uomo raffigurante una cultura intera: l'imperatore Adriano della dinastia degli Antonini. L'imperatore si siede e ti racconta della grandezza del sole Invictus nel meriggio e delle ombre presenti nello stesso istante in cui risplende il sole. In questa sua descrizione che è storica ed è anche biografica, al contempo, noi troviamo quelle risposte ai perché più grandi che la storia romana ci lascia. Uno tra tutti il perché di risposta alla domanda, forse la domanda delle domande: perché l'impero, la cultura e la civiltà romana durarono così tanto e così estesamente, caso unico nella storia? La risposta è senz'altro da riscontrare nel loro eclettismo e sincretismo culturale, tutto il contrario del provincialismo volgare e miope da tanti addirittura sbandirrato oggigiorno.
Se lo studio è anche contemplazione e possiamo mettere a frutto questo momento io consiglio senz'altro quest'opera. Le memorie di una grandezza: passata, presente e futura. Eterna.
Il regno di Adriano fu caratterizzato da una generale pausa nelle operazioni militari. Egli abbandonò le conquiste di Traiano in Mesopotamia, considerandole indifendibili, a causa dell'immane sforzo logistico necessario per far giungere rifornimenti a quelle latitudini e alla molto maggiore estensione del confine che sarebbe stato necessario difendere.
RispondiEliminaLa sua politica fu tesa a tracciare confini controllabili a costi sostenibili. Le frontiere più turbolente furono rinforzate con opere di fortificazione permanenti, la più famosa delle quali è il possente Vallo di Adriano in Gran Bretagna. Qui Adriano, dopo aver terminato la conquista del Nord dell'isola, fece costruire una lunga fortificazione per arginare i popoli della Caledonia. Anche la frontiera del Danubio fu rinforzata con strutture di varia natura.
La tanto decantata grandezza dell’impero romano era però basata sul lavoro degli schiavi e su molte repressioni e violenze. Comunque il regno di Adriano fu caratterizzato da una generale pausa nelle operazioni militari. Tutti i territori da lui considerati indifendibili, come la Mesopotamia conquistata di Traiano in Mesopotamia, per la distanza e i difficili approvvigionamenti di quelle terre, furono lasciati indifesi. Lo spreco di risorse per la difesa di territori così lontani dal controllo centrale fu da lui considerata inaccettabile. Mentre il Vallo di Adriano in Gran Bretagna fu fortificato seguendo la logica della difesa più prossima a Roma come baluardo verso i barbari (popoli della Caledonia) , così come il rinforzo della frontiera del Danubio.
In sintesi Adriano è stato il più versatile ed eclettico degli imperatori romani. Fu un fine intellettuale, amante delle arti figurative, della poesia e della letteratura e dell'architettura in cui si cimentò dando suggerimenti di ambientazione nella grande villa Villa Adriana a Tivoli (Tibur), "giardino alessandrino", con riferimenti alla Stoà Pecile ateniese o al Canopo in Egitto.