La Questione Meridionale. Le bombe costituenti 1992-1993 di Angelo Ivan Leone

 



Le bombe che insanguinarono l'Italia e, in particolar modo, la Sicilia nel biennio di sangue 1992-1993, ebbero, tra le tante conseguenze, quelle di essere delle bombe costitutive di una nuova fase politica.

Tale fase di chiamò II Repubblica che, nata, come abbiamo visto su queste bombe, ossia sul sangue, non era certo nata sotto i migliori auspici. Era un po' come la RSI, come la Repubblica di Salò, che, finì male, ma era nata peggio.

Le bombe del biennio stragista furono il modo di fare propaganda da parte di Cosa Nostra che non fa certo proclami o messaggi agli italiani, e di fare arrivare messaggi a chi di dovere e di potere.

L'obiettivo, malgrado la cattura di Riina, fu pienamente raggiunto, come stanno a dimostrare i tanti processi della e sulla Trattativa Stato Mafia con il papello e i nostri, onnipresenti, Servizi Segreti che non serve chiamare deviati perché nascono proprio deviati, altrimenti non sarebbero segreti.

Questi servizi agirono anche prima di quegli anni, con il fallito attentato a Falcone nel 1989, quelle famose "menti raffinatissime" di cui Falcone scolpì ad eternum l'infamia.

Con questo fallito attentato si scoprì che una parte di stato vigilava affinché non avvenisse una strage e un'altra parte di stato  di adoperava affinché quella strage fosse portata a compimento. Se mai il nostro doppio stato avesse avuto bisogno di farsi una foto, quello era il giorno per farsi un bel selfie. Il giorno di Giuda. Quale altra migliore prova e riprova che in Italia abbiamo vissuto in un doppio stato? E come chiamarlo uno stato che si macchia di simili porcherie? Al lettore, l'ardua sentenza.

Commenti

  1. Questo è l'aspetto dell'Italia che meno mi piace perché inquietante. Quanti scheletri nell'armadio! Ma mai che vengano alla luce i nomi degli autori di siffatti crimini! Cambiano i Governi, ma non la struttura massonica che sta dietro le quinte. Ecco perché uno Stato, apparentemente democratico, in fondo continua a vegliare sulle spoglie di un fascismo latente, di una frammentazione atavica che non conosce soluzione, cosicché la questione meridionale rischia di restare per sempre irrisolta.

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