L’inestimabile bagaglio nascosto dietro le scelte

 



Si sa. La vita porta a dover scegliere, a dover prendere decisioni. Frequentazione prolungata di un certo ambiente, mi porta a ribadire quello che è il mio personale punto di vista. Non rinnego l’approccio anglo/ americano che ostinatamente fa del “dover cadere, la spinta per la rinascita”. Apprezzo lo sforzo. Sempre mi auguro votato ad aiutare la gente. Ma “massificare” e pretendere che un concetto sia valido indistintamente per tutti, sembra una forzatura. Tra l’altro poco originale intellettualmente, visto che Archimede nel II secolo d.C. aveva con precisione annunciato il principio, nel definire la possibile differenza della potenza “spinta”. 

Anche La Pedagogia Infantile più spicciola, non volendo disturbare nè Montessori, nè Steiner, invita a lasciare al bambino l’aspetto esperenziale, senza protezioni del “non toccare”, “non fare”. Solo toccando con mano il fuoco, si impara che brucia. Solo cadendo dalla bicicletta si impara a ricercare un maggiore equilibrio, attenzione a quello che si sta facendo. 

È un dato di fatto.

Ma visto che il tema riguarda gli Adulti, rimango dell’idea che non esistono FALLIMENTI, ma sfide! E che l’ossessione di definirli tali, abbassa l’autostima dell’agente. Lo imprigiona in una sentenza auto/etero indotta non proprio proficua se non addirittura pericolosa. Un termine che si imprime nella testa come Una Lettera Scarlatta esistenziale, difficile da rimuovere. Nessuna scelta può a priori definirsi sbagliata! Nè un cadere, dal quale doversi rialzare. Se si considerano il tutto, cioè le vicende personali e i fattori esterni, il definito Fallimento altro non è che l’unica strada da intraprendere, perchè inesistenti altre vie da percorrere. Capirne invece l’impegno dedicato comunque a quel percorso; le conseguenze sul SÈ, sui rapporti interessati, sull’ambiente circostante, il fatto che potesse non essere quello non raggiunto l’obiettivo “giusto”, “seriamente” voluto. Questa valutazione sì, è fondamentale! Per aprire la porta a nuovi scenari. Cambiare i propri obiettivi, consolidarli in maniera più strutturata a se stessi; attivare un cambiamento, prima intimistico e poi fattivo, determinare allora con inevitabile maggiore precisione e consapevolezza il perchè “propri”, i passi da compiere. Evolversi. “Banale”, ma poi per nulla scontato il punto focale dal quale si dovrebbe partire, “mettersi nei panni di qualcun altro”! Prima di giudicare, prima di sparare sentenze, prima di sedersi su una cattedra, doveroso sforzarsi di capire. Su una cattedra, si sta se qualificati. 

L’auspicio che prende forma è che il singolo faccia il proprio cammino in solitaria, perchè solo in questo modo può nascere la consapevolezza di sè e del proprio valore per meglio indirizzare il dardo del futuro. Guarire dai limito, tutti e i più svariati, auto o eteroposti. “Non c’è niente che fallisce come il successo”G.K. Chesterton. Per non dire l’illusione di averlo raggiunto!... dovendo passare per step che nulla hanno a che vedere con quella strada fatta di salite, discese, prati, fiumi, torrenti, cascate, vicoli, albe, tramonti, quite o ventilate che è la vita. Con il suo essere, le sue magie, prove, contraddizioni, conferme! L’apertura a questa è l’unico atteggiamento! Non esistono divieti, sensi unici, semafori, ma solo strisce pedonali da attraversare! Passo dopo passo, per arrivare dall’altro lato!

“A chi trova se stesso nel proprio coraggio. A chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio. A chi lotta da sempre e sopporta il dolore. Qui nessuno è diverso, nessuno è migliore. A chi ha perso tutto e riparte da zero. Perchè niente finisce quando vivi davvero. A chi resta da solo abbracciato al silenzio. A chi dona l’anima che ha dentro.” F. Mannoia

Dott.ssa Simona Orlando


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