Salus publica suprema lex esto di Angelo Ivan Leone



Che la salute pubblica sia legge suprema

L'esplosione di questo Coronavirus in Italia era prevedibile e anche facilmente localizzabile, che le terre adesso più soggette alla pandemia, perché questa è effettivamente, che l'OMS lo abbia dichiarato o meno, fossero quelle più soggette a un ipotetico contagio, era evidente per via di tutta la loro storia industriale e di legami con il colosso cinese. Colosso che è stato e, forse è ancora, ad un passo dal collasso.
La Cina, infatti, sta cercando con tutte le sue misure draconiane, ossia con misure che solo un Paese con un regime totalitario può permettersi, di venire via dalla spirale funesta cui il virus la stava sottoponendo. Solo durante questo mese di marzo potremo dire se realmente i dati che segnano una diminuzione dei casi, siano quelli che portano ad un reale, inarrestabile e definitivo declino del morbo. Pertanto osserviamo, in Cina, una situazione in divenire che ha dei chiaroscuri che si delinereanno nettamente solo con il passare del tempo.
Ma se la Cina ce la farà a venirne fuori questo vuol dire che bisogna fare come la Cina, anche mettendo da parte le tante libertà che abbiamo considerato sacre e intoccabili fino ad oggi. In questo senso si muovono le misure approvate dal governo italiano. Qui è in gioco la vita e per tutelare la vita e non incorrere in vicende storiche che abbiamo già avuto modo di leggere con la penna immortale di Alessandro Manzoni o con l'altrettanto celebre penna di Giovanni Boccaccio, lo stato può e deve derogare alle libertà dei cittadini.
Lo ripeto: le misure che il governo italiano sta prendendo vanno in questa direzione. La tutela della vita viene prima di ogni altra cosa, prima ancora di quella libertà tanto sbandierata, specie qui in Italia, da essere confusa, spesso e volentieri, con il libertinismo che è tutt'altra faccenda.
Si dirà, o meglio qualcuno potrà dire, che il governo avrebbe potuto fare di più e meglio e, soprattutto, prima e che se il contagio era facilmente prevedibile e, addirittura, localizzabile la stessa sanità italiana, in particolare quella lombarda, ha sbagliato e, in qualche modo, è colpevole.
Tutto questo potrebbe anche avere delle ragioni ed essere vero, almeno in parte, ma il problema è che, stando come sono le cose adesso, tali accuse non servono a niente.
Siamo il secondo Paese al mondo, dopo la Cina, per numero di morti e di contagiati. Questa è una guerra e in guerra il nemico più temibile e invincibile è il terrore, la paura, il timor panico che ti impedisce di ragionare e tramuta le sconfitte in disfatte senza appello. Pertanto dobbiamo seguire le disposizioni governative senza se e senza ma affinché la paura, nemico ben più forte della malattia, non sia tra noi.
Occorre avere quella concordia che si deve avere e si può avere solo di fronte a delle prove supreme e questa guerra è una di quelle prove. Bisogna stoicamente affrontare la prova e rimanere uniti, non cedere alla discordia e non darla vinta al nemico: la paura.
Pertanto nessuna polemica. Facciamo quanto dicono e cerchiamo di rispettare in tutto e per tutto anche quelle restrizioni che più vanno a toccare la nostra libertà personale e il nostro, tanto osannato, modello o stile di vita.
Sarebbe bello potersi appellare al buonsenso, ma il buonsenso, purtroppo, non fa legge.
Quindi seguiamo la legge, mettendo da parte noi stessi, le nostre libertà, le nostre comodità e socialità. Dobbiamo farlo tutti e dobbiamo farlo tutti insieme. Adesso.

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