L'Italia in guerra di Angelo Ivan Leone



In questa che è "la nostra ora più buia" come il premier Conte ha già definito settimane fa questo nostro momento storico, citando l'immortale Churchill, dobbiamo fare tutti poche ma essenziali cose.
Dobbiamo seguire le leggi fino in fondo anche e soprattutto se queste ci comportano delle rinunce che ci appaiono importanti, perché queste rinunce non sono e non saranno mai niente, se messe a confronto della vita nostra e dei nostri cari cui il virus nostro nemico attenta.
Dobbiamo ragionare come se fossimo in guerra perché questa è, a tutti gli effetti, una vera e propria guerra. Pertanto nessuna polemica, nessun commento di critica alle decisioni prese in sede governativa. Ci dobbiamo militarizzare non solo a livello legislativo, ma a livello mentale. Questo non vuol dire pensare che tutto quanto quello sia stato fatto in sede regionale o nazionale, sia stato fatto bene e, soprattutto, nei tempi giusti. Ci sarà tempo di discutere su questo, ma non ora, né nei prossimi giorni. Perché adesso siamo in guerra e in guerra la polemica ha un nome solo: tradimento.
Combattiamo uniti, pertanto. Uniti e distanti, ne sono certo, vinceremo. E chi leggerà di noi, come ci ricorda proprio Churchill, potrà dire che riuscimmo a trasformare la nostra ora più buia nella più grande delle vittorie.

Commenti

  1. Non è più tempo di polemiche, qualunque siano stati gli errori fatti (e ci sono stati, come quello ad esempio di far trapelare notizie di blocco delle aree infette del nord, permettendo a moltissimi di scappare infettando le regioni centro-meridionali). L'esempio virtuoso, anche per spirito di disciplina dei cinesi, non è bastato a farci capire il momento drastico che stiamo ancora vivendo. A bando le ritorsioni adesso! L'unità degli italiani è necessaria per fronteggiare questa situazione di emergenza estremamente delicata. Se non facessimo così, saremmo destinati a scomparire anche come nazione, fagocitata dagli appetiti mostruosi dei mercati finanziari sempre pronti a ghermire la preda più debole e indifesa. Questo è il momento per stringerci forte intorno alla nostra bandiera, non solo per cantare l'inno di Mameli, ma per gridare forte al mondo che gli italiani, memori delle glorie del passato e della civiltà che hanno saputo offrire al mondo, non si lascieranno piegare dalle avverse contingenze nonostante il numero elevato di morti. Un ringraziamento particolare va ai nostri medici e paramedici che stanno lottando, allo stremo delle loro forze, contro un nemico silente. A loro va il nostro più accorato pensiero in queste giornate convulse. Viva l'ITALIA.

    I am preparing a universal choir of Peace with @John Keen, orchestra conductor from Argentina, Ambassador of Peace INSPAD and GGA. Who wants to partecipate with poems, thoughts, songs, etc. is welcomed, A Skype connection very soon for all countries in the world. My idea in this dark times without light of love.

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