36° symposium sull’economia criminale a Cambridge intervento di Giuseppe Lumia



In questi giorni ho avuto la possibilità, in Inghilterra all’Università di Cambridge, di partecipare al 36’ symposium sull’economia criminale. Cambridge è una occasione annuale di riflessione di alto livello tra rappresentanti istituzionali ed esperti provenienti da tutto il mondo. Da anni mi batto per rompere la simmetria tra mafie che,  oltre a  rimanere radicate nei territori, si sono sempre più globalizzate soprattutto attraverso la devastante finanziarizzazione dell’economia e le varie forme di antimafia che al massimo si sono strutturate per colpire le organizzazioni mafiose,  come da noi in Italia, a livello territoriale. Manca ancora un profilo globale dell’antimafia. L’Europa ci sta provando ma l’Unione Europea così come è attualmente strutturata non è in grado di di fare il salto di qualità. Solo gli Stati Uniti d’Europa sono in grado di farlo.
Ho riproposto infine la convocazione di una seconda sessione dell’ONU sulla lotta alle mafie a vent’anni dalla prima,  che si è svolta a Palermo nel dicembre 2000, da me seguita e sostenuta come Presidente della Commissione parlamentare antimafia.
Di seguito il testo della relazione.

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THIRTY-SIXTH INTERNATIONAL SYMPOSIUM ON ECONOMIC CRIME 
3th SEPTEMBER 2018 JESUS COLLEGE, UNIVERSITY OF CAMBRIDGE 
Unexplained wealth – whose business? 
Giuseppe Lumia

Grazie di cuore per avermi invitato anche a questo XXXVI  Symposium Internazionale.  Non è un grazie solo formale,   ma un sentito apprezzamento perché qui a Cambridge si organizza anno per anno un momento di riflessione che raramente e così autorevolmente si trova in giro per il mondo.  Viviamo  un momento storico in cui l’economia criminale  avanza e conquista nuovi spazi sia sul mercato della produzione e del consumo  di droga, sia su tutta una miriade di attività che vanno  dalla corruzione alla gestione dello sfruttamento della prostituzione e della immigrazione clandestina, dal traffico  di armi  al gioco d’azzardo, dalle truffe e dal controllo degli appalti al cybercrime. L’elenco è così lungo che è meglio che mi fermi qui.  Ma la novità non consiste solo in questa espansione devastante  della domanda criminale, la novità sta anche nel fatto che l’economia criminale ha trovato un nuovo e potente  alleato: la globalizzazione senza regole. Mafie di ogni genere, terrorismi delle più svariate matrici, criminalità economica in diversi e ricchissimi settori finanziari  hanno trovato nella globalizzazione senza regole un veicolo straordinario per diffondere e moltiplicare le proprie ricchezze e rovinare e compromettere la stessa economia legale che ha spazi sempre più ridotti per produrre ricchezza dentro i binari, oramai riconosciuti come universali,  della legalità e dello sviluppo sostenibile. L’economia criminale è globale, l’economia legale no, è ancora troppo legata ad una scala locale. Mafie,  terrorismo e criminalità economica sono global. Controlli, regole e strumenti di prevenzione sono ancora local. C’è una asimmetria tra poteri pubblici di regolazione e operatori dell’economia criminale  su cui bisogna lavorare intensamente  e costruire così  tutte le nuove strategie, anche le più concrete,  che in questo importante Symposium si pensano e si elaborano. 

Interroghiamoci allora su come rendere globale la lotta al crimine economico e fare in modo che le ricchezze siano trasparenti e il gioco economico sia giusto, a servizio dell’umanità,  capace di produrre una ricchezza positiva per il nostro ambiente e per le nostre democrazie, a servizio delle nuove generazioni. 

REGOLARE LA GLOBALIZZAZIONE
La prima scelta da fare è di tipo culturale e politico. Dobbiamo cioè convincere  i cittadini, gli operatori economici e finanziari  e la comunità internazionale che regolare l’economia e la stessa globalizzazione è il primo impegno a cui chiamare alla propria responsabilità tutti gli attori della politica e tutti i soggetti istituzionali della comunità internazionale. La globalizzazione non è più quella che abbiamo conosciuto nei primi anni, quando comunque  liberava energie positive, spingeva alla integrazione dei sistemi sociali e territoriali e faceva emergere sullo scenario mondiale dell’economia nuovi Paesi e nuovi modelli produttivi. Con la globalizzazione 2.0 abbiamo capito che con la maledetta finanziarizzazione dell’economia e con la marginalizzazione dell’economia reale e produttiva si sono creati non solo delle devastanti forme di disuguaglianza, povertà  e aggressione dell’eco-sistema ma  si sono spalancate le porte a tutte le forme di economia criminale. 
Al di là di come la si voglia pensare sulla globalizzazione,  non si può tornare indietro a forme nostalgiche  pre-globalizzate di economia. È purtoppo una illusione provarci ed è facile prevedere eventuali risultati disastrosi. Dobbiamo andare avanti ed accettare la  complessa sfida per regolare la globalizzazione, per costruire una nuova fase della globalizzazione 3.0 dove finalmente  l’economia produttiva e la trasparenza dei mercati devono riprendere una centralità sull’ economia finanziaria. 

   2.   INVESTIRE SULLA PREVENZIONE  
Bisogna costruire nuove regole della globalizzazione economica sul versante soprattutto della prevenzione e non solo della repressione della ricchezza illecita e criminale. Prevenire è più giusto e utile che punire. Ecco perché bisogna investire per una globalizzazione dove l’economia sia trasparente e i dati  siano accessibili a tutti senza quelle zone oscure e opache che stanno logorando e inquinando la stessa economia legale. Non è possibile che i traffici illeciti come quello del mercato della droga, quello che sta crescendo nel mondo della tratta degli esseri umani, delle armi, dei rifiuti radioattivi, delle scommesse clandestine, della prostituzione, e di tanti altri crimini si riversano nell’economia legale con una facilità estrema,  senza che né gli Stati né  i mercati siano in grado di intercettare questi flussi e di bloccarli per tempo,  prima che entrino nelle vene dell’economia legale producendo danni irreversibili. Per prevenire il riciclaggio tutta la ricchezza e i suoi spostamenti vanno tracciati  e tutti devono partecipare a questo compito così importante, garantendo naturalmente tutte le forme di privacy che sono oggi possibili. La privacy non può essere un ostacolo alla prevenzione: prevenzione e privacy devono allearsi e procedere insieme in un comune impegno.
La prevenzione ha bisogno di  Authorities realmente indipendenti  con poteri incisivi  e regole-chiave per cui dobbiamo costruire una serie di norme comuni per far in modo che si possa realmente colpire alla radice l’economia illegale con un sistema comune di intervento.  
L’Unione Europea in questi anni si è misurata con tutta  una serie di direttive sulla necessità di segnalare i trasferimenti economici  c.d. sospetti e di invitare i vari operatori economici e professionali  a co-partecipare con i poteri pubblici in questa importante attività. Anche altri Paesi hanno dovuto procedere in tal senso, incalzati soprattutto dalla lotta al terrorismo ma Vi assicuro siamo ancora molto indietro e lontani dall’obiettivo  di  rendere trasparenti i mercati finanziari e le transazioni economiche. Il salto si farà, ad esempio in Europa, solo se si costruirà uno spazio anti-mafia e anti-terrorismo comune, compito che solo gli Stati Uniti d’Europa come entità unitaria  possono svolgere. Ma anche gli Stati Uniti d’Europa sono una tappa di un processo più ampio in cui devono operare  anche altri protagonisti globali.

3. Ruolo dell’ONU
Qual è il soggetto che deve svolgere la funzione regolatrice e di controllo? Illudersi che possano essere i singoli Stati  attuali è  alquanto riduttivo. Le loro armi sono spuntate e i risultati sono  sempre più scadenti. Solo l’ONU può ambire a questa importante funzione, ma attenzione non l’attuale Onu ma dobbiamo fare riferimento ad una Onu profondamente riformata  sia sul versante della sua legittimazione sia sul versante della sua rappresentatività, poteri e funzioni. 
Sono passati 18 anni da quando nel dicembre 2000 proprio nella mia città,  Palermo,  si organizzò la prima sessione dedicata  all’economia criminale e  alla lotta alle mafie nel mondo.  Al 2020 mancano solo 2 anni: sarebbe importante, come già proposto lo scorso anno, che proprio da questo autorevole Symposium di Cambridge   partisse la proposta di organizzare una seconda Sessione di verifica e soprattutto di riprogettazione su scala globale della lotta all’economia criminale.

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