MAFIA IN TOSCANA E LA PAURA DI PARLARNE

LA MAFIA IN TOSCANA... PAURA DI PARLARNE

 La Fondazione Caponnetto affronta il tema della mafia in Toscana da quando è nata nel 2003 e redige rapporti sul fenomeno dal 2004. I ns rapporti hanno sempre destato timore ed incredulità. Il censimento dei clan passati sul nostro territorio negli anni ci ha procurato sempre delle polemiche. Eppure i ns dati non sono in alcun modo smentibili perchè non facciamo altro che mettere assieme tutte le operazioni della magistratura e delle forze dell'ordine effettuate in Toscana. L'analisi che ne segue fa paura. In alcune zone della Toscana di questi temi non si parla volentieri. A Massa Carrara, nella piana fiorentina, sulla costa, nel Pistoiese e ad Arezzo in particolare. Un rapporto non smentibile viene smentito. Si ha paura. Si cade nel luogo comune che è meglio non parlare di mafia per non danneggiare il territorio oppure che in alcuni casi in cui una ditta in odor di mafia ha vinto un appalto è meglio non intervenire per non far fronte ad eventuali cause. Occhio perchè dalla paura all'omertà il pass e breve. Indubbiamente essendo la Toscana una terra civile esistono degli anticorpi molto forti, una società fatta da numerose associazioni una classe politica a livello regionale sensibile al tema con osservatori che nascono nel Tirreno, a Prato e Firenze ma non basta. A Carrara ad esempio si aderisce ad Avviso Pubblico, ma non alla carta etica di Pisa, cosa incomprensibile. In generale rispetto al passato, nonostante le numerose iniziative antimafia, si registra anche una crescente voglia da parte delle amministrazioni locali a non affrontare il tema della mafia in modo serio. Sono convinto che la Toscana ed i suoi cittadini sono in grado di reagire ma la crisi economica non aiuta. Quindi per poter combattere la mafia bisogna parlarne in modo chiaro, deciso e preciso senza però la retorica che serve solo a mettersi la coscienza a posto. Salvatore Calleri Presidente Fondazione Caponnetto

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