CON IL CUORE AL SERVIZIO DELL’UCRAINA E CON LA TESTA AL SERVIZIO DELLA PACE
CON IL CUORE AL SERVIZIO DELL’UCRAINA E CON LA TESTA AL SERVIZIO DELLA PACE di Giuseppe Lumia
Il tempo vola ma la tragedia rimane: siamo già ad un anno dall’aggressione della Russia di Putin all’Ucraina.
Assuefarci? È umano ma sarebbe un gravissimo errore. Riflettere e operare su come uscirne non è sicuramente semplice, ma dobbiamo provarci. Gettare lo sguardo sulle soluzioni per porre fine al rovinoso conflitto è più che mai necessario e urgente. In sintesi: è indispensabile non rassegnarsi alla guerra e operare per la Pace.
Una premessa tuttavia è bene confermare quando ci inoltriamo nei meandri di questa assurda realtà. Anche dopo un anno di guerra, deve continuare ad esser ben chiaro che la vittima rimane l’Ucraina mentre il carnefice è sempre la Russia di Putin.
Se vogliamo che la Pace arrivi sul serio, dobbiamo mettere in sintonia le forti ragioni del cuore e quelle altrettanto valide della testa: la saggia frase “cuore caldo e mente lucida” sintetizza bene la dialettica del cammino complesso a cui bisogna sottoporsi.
Partiamo allora da come stanno le cose: la guerra rischia una “fase di stallo”. È così, bisogna con onestà intellettuale prenderne atto. La Russia non è in grado di fare un passo indietro, come sarebbe senz’altro giusto, perché segnerebbe la fine del potere di Putin. Figurarsi se può farlo l’Ucraina di Zelensky: sarebbe in questo caso la fine di uno Stato, della vita e della dignità di un intero popolo e getterebbe le basi per ulteriori aggressioni, senza contare la violazione delle più elementari norme che regolano le relazioni della comunità internazionale.
Lo stallo non scordiamoci che produce comunque vittime, violenze, distruzioni, eccidi, sofferenze e ripercussioni sulla già critica fase economica globale e sui già precari equilibri mondiali.
Ma attenzione, lo stallo rischia da un momento all’altro di rompersi addirittura con l’allargamento del conflitto ad altri Paesi e con l’escalation verso “la fine della fine”: la guerra nucleare!
Allora dobbiamo ricercare l’ipotesi più bilanciata e giusta su cui orientarci:
1) L’ONU finalmente si è pronunciata con l’approvazione di una Risoluzione. In questo contesto bisogna spingere la Cina e gli Stati Uniti ad un accordo giusto ed equilibrato per creare quella cornice generale capace di indurre Putin a sedersi con le migliori intenzioni al tavolo della Pace. Iniziative unilaterali sono solo sterile propaganda che lasciano il tempo che trovano.
2) La stessa Europa deve parlare con una sola e concordata voce, rimanendo legata alle buone ragioni dell’Ucraina. Solo così potrà al momento giusto spingerla verso l’accordo di Pace.
3) La soluzione su cui lavorare è lasciare intatta l’integrità dell’Ucraina, preservando l’autonomia del Donbass, con le dovute garanzie internazionali e istituzionali per le due realtà etniche che ci vivono, sul modello delle nostre Province autonome di Trento e soprattutto di Bolzano. Così pure bisogna tenere l’Ucraina in una sorta di semi-neutralità con un accordo bilaterale con l’Europa e la Nato sulla sua sicurezza futura.
4) Va ripresa inoltre, sempre in sede ONU, una strategia complessiva di rilancio del disarmo nucleare e convenzionale, con la messa in atto di un’agenda sistematica di risoluzione dei vari conflitti sparsi nel mondo.
È tempo di rovesciare il destino crudele di questa guerra per trasformarla in opportunità del ripensare e riprogettare la governance della globalizzazione nella direzione degli Stati Uniti del Mondo: un impegno del cuore e della testa in grado di far entrare l’umanità in un clima di Pace e consentirle di concentrare le proprie forze e progettualità sulle grandi e drammatiche sfide della lotta alle varie disuguaglianze, alla promozione dei diritti umani e all’impegno contro il cambiamento climatico.
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