IL MODELLO ORBÀN È DA NON SOTTOVALUTARE. FA CAPIRE MEGLIO LA POSTA IN GIOCO SUL FUTURO DELL’EUROPA E DEL NOSTRO PAESE

 


IL MODELLO ORBÀN È DA NON SOTTOVALUTARE. FA CAPIRE MEGLIO LA POSTA IN GIOCO SUL FUTURO DELL’EUROPA E DEL NOSTRO PAESE di Giuseppe Lumia 


Il Parlamento Europeo ha preso una posizione chiara contro il regime di Orbàn in Ungheria: in sostanza ha denunciato il cambiamento in atto in questo Paese, in cui si sta verificando un passaggio dalla democrazia all’autocrazia, con la lesione continua dei diritti fondamentali. 


La Lega e Fratelli d’Italia, nell’Europarlamento, si sono schierati a sostegno di Orbàn e del suo regime. 


Riflettiamo insieme. Chiediamoci: è una vicenda marginale, tutta interna al gioco politico? È senza ripercussioni sul cammino dell’Europa e del nostro stesso Paese?


Al di là del fatto che nei prossimi giorni ne sentiremo di tutti i colori, proviamo a dare qualche indicazione per capire e agire meglio. 


Il modello Orbàn non va sottovalutato, è molto insidioso, perché propone l’approccio della nuova destra populista, protezionista e sovranista non dall’opposizione, ma da una postazione di governo. Pone sì una certa attenzione al ceto medio-basso, ma in cambio di una regressione micidiale sulla democrazia e sui diritti civili e sociali. È un vero e proprio patto rovesciato rispetto al cammino storico che, dal dopoguerra, ha reso via via l’Europa una culla di emancipazione e di libertà democratiche.


Sul futuro dell’Europa il modello Orbàn è altrettanto chiaro: sfruttare la innegabile crisi e difficoltà dell’attuale Unione Europea per tornare indietro all’esaltazione del ruolo degli Stati Nazionali che, non dimentichiamo, sono portatori di conflitti anche devastanti per il loro modo di pensare e organizzare i rapporti tra i diversi Paesi. Basti pensare all’aggressione di Putin all’Ucraina.  


Come reagire? Come evitare che questo approccio possa espandersi, visto che un po’ in tutti i Paesi europei ribolle la spinta populista e sovranista, tanto da toccare Paesi ad alta maturità democratica come la Svezia?


1) Prendere sul serio la crisi in cui versa l’Unione Europea e passare decisamente alla proposta più avanzata possibile, tanto voluta dai giovani: costruire gli Stati Uniti d’Europa, il tempo è ormai propizio. Solo così potremo affrontare, con una politica realmente unitaria, la devastante emergenza energetica e le altre drammatiche sfide: innanzitutto il superamento delle disuguaglianze di reddito a danno del ceto medio-basso, delle donne, dei giovani, delle aree marginali; il contrasto al cambiamento climatico, per costruire una solida economia green; la realizzazione dello spazio comune antimafia e antiterrorismo; la promozione della pace nelle varie aree di conflitto. Sono solo alcuni esempi utili a comprendere la portata concreta della posta in gioco. 


2) Chiamare i cittadini a partecipare direttamente alla scelta del futuro dell’Europa: se Confederale, cioè in mano agli Stati Nazionali e ai singoli Governi, o Federale, con una sovranità popolare europea che decide democraticamente i livelli di governo europeo, assegnando loro pieni poteri. 


3) Mettere in condizioni l’Europa di svolgere un ruolo attivo e liberante nel realizzare una nuova governance della globalizzazione, sempre più ingiusta e incapace di misurarsi con le domande di cambiamento sociale e ambientale. L’Europa deve essere all’altezza di questo delicato compito ed evitare di presentarsi debole nel rapporto con i propri e insostituibili alleati americani e fragile rispetto all’iniziativa che alcuni Paesi guidati dalla Cina e dalla Russia hanno intrapreso a Samarcanda in questi giorni, con l’ambizioso obiettivo di definire un nuovo ordine mondiale, che non lascia intravedere niente di buono per il cammino dell’umanità.


E l’Italia cosa deve fare? 


Intanto gli italiani devono essere resi consapevoli dell’importanza di scegliere già da questa delicatissima tornata elettorale se tornare all’Italietta, che si chiude nei suoi incancreniti problemi e finisce per essere piccola e marginale colonia delle Superpotenze, oppure se si vuole giocare un ruolo di stimolo e di guida verso gli Stati Uniti d’Europa, come sognavano i nostri Padri costituenti dell’Europa con il Manifesto di Ventotene.


La Lega e Fratelli d’Italia, anche con il voto a sostegno di Orbàn, hanno confermato una scelta a sostegno del modello dell’Europa Confederale. 


Il PD e le altre forze progressiste devono rompere gli indugi ed evitare di rimanere bloccati nella difesa sterile dell’attuale confuso e inconcludente assetto dell’Unione europea, per proporre una chiara progettualità tesa a realizzare, tappa dopo tappa, gli Stati Uniti d’Europa. 


È un progetto, tra l’altro, che potrebbe ricreare un certo entusiasmo intorno a un obiettivo in grado di appassionare e di determinare la scelta soprattutto tra i giovani di partecipare alla vita politica e al voto.

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