LA COLPA? E' DEI BAMBINI di Angelo Ivan Leone

Questa nazione è nata male e finirà peggio.

Dal principio: Garibaldi scese in Sicilia e si credette per davvero che con quei 1000 avventurieri avesse dato scacco al Regno meglio armato e compatto strategicamente e militarmente dell'intera Penisola.

Una favola bella e buona, che tutti cercarono di prendere, spacciare e professare come vera, fino ai nostri giorni, nostri giorni compresi. Dietro quella favola c'era: l'appoggio non certamente disinteressato della mafia, dei signori padroni della mafia medesima, degli inglesi che diedero il loro appoggio economico e navale e della stessa Francia che aveva aiutato i fratelli piemontesi a vincere contro l'aquila austriaca nella loro seconda guerra per l'indipendenza.

E' evidente che avendo dietro tutte queste forze reazionarie il Generale Garibaldi non poteva certo fare la rivoluzione. Ma i nostri contadini siciliani, calabresi, lucani, pugliesi e napoletani non sapevano l'inglese né i supremi intrighi della corte savoiarda e credevano sul serio che "Garibardo", come lo chiamavano loro, era venuto da Nizza per liberarli dai "sorci" come loro chiamavano i signori latifondisti che li sfruttavano, derubavano e violentavano le loro mogli, e figlie.

Ci credettero così tanto che a Bronte avevano già preso prigionieri molti di questi "sorci" e già stavano pensando di passarli per le armi o impiccarli, quando su di loro poveri plebei meridionali, si abbatté l'orda assassina e vendicativa dei garibaldini di Bixio che fucilarono anche loro. Solo che non fucilarono i "sorci", ma i contadini.

Ecco, da queste tragedie seminascoste, celate, occultate perché vergognose e indegne è nata l'Italia e da un Paese che è nato in questo modo non ci si può attendere niente di buono, come la repressione da vera guerra civile che si abbatté sul nostro meridione contro quegli stessi contadini che schifati da "Garibardo" e dai suoi piemontesi si diedero alla macchia e vennero sterminati con la repressione del brigantaggio che fu la I guerra civile combattuta tra italiani, ma fu anche una spaventosa guerra sociale tra il nord ricco e imprenditoriale e il sud povero e contadino.

Così, dopo aver pagato con più morti che in tutte e 3 le guerre di indipendenza, il suo tributo di sangue alla causa nazionale, il meridione d'Italia venne amministrato dai manutengoli, latifondisti, baroni e loro mezzadri mafiosi in quella stupenda cornice descritta dal Gattopardo di Lampedusa quando parla "del tutto debba cambiare affinché nulla cambi".

Fu proprio questa rivoluzione tradita e sconfessata dai suoi stessi artefici, questa causa e occasione persa storica ed iniziale per gli italiani, che farà parlare e scrivere all'immenso Piero Gobetti di un "Risorgimento Tradito".

E su questo tradimento e sull'assassinio delle buonafede delle plebi meridionali verso i "fratelli" piemontesi si costruì questo Paese bellissimo e mostruoso al tempo stesso che, nato in questo modo, con un Massimo D'Azeglio che diceva "che unirsi ai napoletani, è come dire andare a letto coi lebbrosi" e con un Farini che appena sbarcato a Napoli disse "Questa non è Italia e non è nemmeno Europa, ma Africa sconosciuta in quanto i beduini in confronto di questi cafoni son fior di civiltà" si gettarono le basi per l'Italia unita e per tutti i successivi tradimenti di cambiamento, riformismo e rivoluzione.

Alla luce di tutto questo mostruoso tradimento che si è perpetrato fino ad oggi e di cui tutti gli altri politici non son che stanchi e tristi epigoni con facce che son maschere e son sempre le stesse, per trovare di chi sia la colpa puoi pescare in una delle pagine più nere della nostra storia nazionale.

E la trovi proprio nella nostra vecchia capitale, nella Napoli degli anni della 2 guerra mondiale, quando a uno sconosciuto napoletano che si lamentava del fatto che a Napoli i bambini morissero di fame e si cibassero di porcherie e di carne umana con reiterati e ripetuti episodi di cannibalismo, il graduato alleato rispose "La colpa non è nostra" così il napoletano, con quel genio che è davvero parte del loro dna tragicomico, rispose "La colpa non è vostra, e non è nemmeno nostra, allora la colpa che oggi i bambini muoiono di fame a Napoli è dei bambini"

Commenti

  1. L'italia è come Giano Bifronte per cui mostra due facce sulla stessa medaglia. Il conio è uscito male sin dall'inizio e la colpa per gli italiani è sempre attribuibile agli altri. Ma se ci fermassimo solo per un attimo davanti allo specchio della verità (immaginando che esso possa esistere come nel regno delle favole), ci accorgeremmo che la colpa in fondo è solo di noi italiani che dell'omertà abbiamo cucito un bel vestito da indossare all'uopo e del qualunquismo abbiamo spesso sventolato la bandiera. Poi, i leaders non all'altezza del compito (per fortuna qualcuno ancora si salva) sono sempre espressione del popolo ed il popolo ama circondarsi di persone alla sua altezza.

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