Stereotipi e mitologie italiane di Angelo Ivan Leone

Con un Paese stremato, affaticato e ridotto al lumicino, la pubblica opinione italiana viene bombardata da problemi quali: il festival di Sanremo. I maggiori organi di stampa italiana che hanno quasi completamente ignorato il più grosso processo contro la più forte organizzazione criminale del mondo: la 'Ndrangheta nel processo Rinascita-Scott, gettano fiumi di inchiostro per le gesta, imperdibili, di Amadeus e Fiorello.

Ora, davanti a 100000 morti dovuti a questa maledetta pandemia si leggono articoli strappa lacrime sul silenzio dell'Ariston, sulla sala vuota, sulle inconsolabili sedie vuote. Ecco, io credo che quest'anno, se la dignità avesse anche un solo piccolissimo diritto di cittadinanza in questo Paese, Sanremo non si sarebbe dovuto proprio fare. Che cosa c'è da cantare? Che cosa c'è da festeggiare? Sacri misteri delle mitologie e degli stereotipi italiani.

Il silenzio, frutto e figlio di quei concetti bellissimi come decenza, dignità e orgoglio, almeno in certe circostanze, vale oro. 

Un silenzio per i nostri morti.

Un silenzio per la nostra guerra.

Un velo pietoso su questo spettacolo.




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