In memoria di un uomo di Angelo Ivan Leone



Si è spento ieri uno dei maestri del giornalismo italiano: Giampaolo Pansa. È stato un uomo che tanto ha dato e tanto ha meritato della nostra classe intellettuale. Purtroppo questa parola: intellettuale, genera spesso in Italia e tra gli italiani un misto di fastidio e intolleranza. Stato d'animo in gran parte giustificato per l'appecoramento quasi totale della nostra classe intellettuale a quella dei potenti e delle élite in generale. Se tutto questo è vero per molti di essi, non lo è mai stato per tutti. Pansa era un intellettuale vero ergo contro corrente, disorganico e sempre pronto a revisionare non solo la storia, ma anche e, soprattutto, le proprie idee e convincimenti. Memorabili le sue definizioni giornalistiche la "balena bianca" per definire la DC è roba sua. Sempre farina del suo sacco furono le opere storiche come "Il sangue dei vinti" che cercarono di spiegare quella che fu la "guerra civile" degli e tra gli italiani combattuta tra il 1943 e il 1945 e, in alcune zone d'Italia, anche oltre. Di qui l'accusa di revisionismo, solo perché si ostinava a spiegare la storia non come agiografia dove i buoni sono tutti da una parte e i cattivi tutti dall'altra, ma come il romanzo dell'uomo soggetto a continua e perenne revisione.
Proprio per questa sua onestà intellettuale lo vogliamo ricordare come e quale uno degli intellettuali migliori che il nostro Paese poteva ancora vantare.
Ciao Giampaolo, che la terra ti sia lieve e, mi raccomando, continua a scrivere di storia anche adesso che sei dall'altra parte della strada.

Commenti

  1. Un bel ritratto che corrisponde alla sua vera natura. Ma di Pansa credo che non se ne trovino in giro molti.

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