SICUREZZA E IMMIGRATI. I PROGRESSISTI DEVONO RECUPERARE UN RITARDO MICIDIALE

È giusto rispondere a Salvini e alle sue continue provocazioni a muso duro. Non c’è dubbio! L’opposizione va fatta con intransigenza e con il dovuto rigore. Ma attenzione, i progressisti tutti dobbiamo avere l’onestà intellettuale di riflettere e di riprogettare intorno alle sfide aperte in Italia e in tutta Europa sul tema degli immigrati e sulla più ampia tematica della sicurezza.
Solo alcuni spunti di riflessione a proposito.
1. Le forze politiche di sinistra, e in generale progressiste, perdono sia culturalmente che socialmente ed elettoralmente nei Paesi Occidentali, e in Europa in particolare, perché hanno ignorato o trascurato le domande dirompenti di uguaglianza (un valore antico e di sinistra che è ritornato a soffiare impetuoso) e di sicurezza (un valore più recente che soffia ad alzo zero più da destra). A forza di ignorare oggi e trascurare domani si è così giunti al sommarsi di molteplici disuguaglianze con diverse insicurezze fino a formare una miscela esplosiva che ha messo in ginocchio, nella società e via via nelle urne, anche in Italia, le più varie forze progressiste.
2. La sicurezza, purtroppo, non è stata mai considerata un valore di un certo rilievo, di “nuova generazione” e di “rango costituzionale”, da trattare con la dovuta cura e governata da parte nostra con concrete proposte progressive ed emancipative. Anche se si sono ottenuti dei risultati, è prevalsa l’idea che la sicurezza sia da considerare una sorta di irreale “percezione” oppure si sono scopiazzate e rincorse le soluzioni più becere e regressive. Adesso siamo nei guai e uscirne non sarà semplice.
3. L’immigrazione stessa è stata lasciata gestire per anni, a monte, nelle mani dei trafficanti di esseri umani, oggi organizzati in vere e proprie mafie, ricche, potenti e militarmente ben strutturate in grado di interconnettersi, di controllare dei veri e propri campi lager e al tempo stesso di indirizzare sia i percorsi del traffico degli esseri umani sia di orientare flussi enormi di riciclaggio, proprio nei circuiti finanziari del nostro Occidente anche Europeo. A valle, nei territori, abbiamo trascurato i percorsi di moderna e civile integrazione e lasciato i quartieri periferici in balìa di una presenza spesso criminale e sovrapposta al dilagante disagio sociale dei cittadini poveri ed emarginati.
4. L’Unione Europea ha fatto la cinica e furba sciocca ignorando tali sfide ma alla fine si è mostrata fragile e inconcludente lasciando così proliferare le destre e i sovranismi più deleteri. L’Europa invece doveva riorganizzarsi, cambiare passo e dimostrare capacità di governo della domanda di sicurezza dentro i propri confini e di governo trasparente e civile dei flussi degli immigrati, spostandosi a monte di tale complesso e storico processo. Adesso la partita sul piano culturale e politico è per il momento sostanzialmente persa!
Bisogna allora procedere con intelligenza, mettendo da parte tatticismi ed isterismi, e tirar fuori il coraggio giusto, al punto da trasformare l’avanzata dirompente di Salvini e delle varie destre in tutta Europa in una preziosa occasione per cambiare radicalmente passo. È in sostanza il momento giusto per trasformare questa gravissima e pericolosissima crisi in una opportunità e risorsa per rigenerare e rivitalizzare un percorso ideale e progettuale Progressista e Democratico. Non sarà una semplice passeggiata ma non c’è altra strada!
Alcune prime idee.
A. Chiamare a raccolta tutti i Partiti e Movimenti progressisti per rilanciare e programmare una vera e propria costituente degli Stati Uniti d’Europa, unica cornice ideale e concreta, in grado di bloccare la deriva di destra e populista e di dar vita ad una nuova stagione di radicato e condiviso cambiamento positivo per dare finalmente voce e rappresentanza alle domande di uguaglianza e di sicurezza e di coinvolgere realmente tutti i Paesi in nuovo governo programmato dei flussi degli immigrati.
B. Organizzare un intervento militare, guidato dai Paesi Europei sotto l’egida dell’Onu, per smantellare i lager dove sono tenuti donne, bambini e uomini immigrati in condizione disumane, soprattutto in Libia e nel Niger per aprire corridoi umanitari, per intervenire sulle rotte del traffico degli esseri umani e per lanciare un Piano Marshall di aiuti e di sviluppo sostenibile nei diversi Paesi del Nord Africa.
C. Metterci alle spalle la categoria astratta e generale di immigrato. Ogni persona ha una storia e una identità da rispettare. Se sei onesto vieni accolto con una reale e diffusa programmazione in capo a tutti i Paesi Europei ma se sei un delinquente o un criminale no, devi essere respinto. La distinzione è pertanto tra onesto e disonesto, una volta si diceva giustamente tra sfruttato e sfruttatore. Solo al primo va data solidarietà mentre al secondo bisogna rispondere con il massimo rigore e severità! Non dobbiamo fare in sostanza l’errore che si consumò nei confronti degli italiani immigrati ad esempio in America. Ai mafiosi furono aperte tutte le porte, agli onesti invece si riservarono trattamenti degradanti con il risultato di fare delle mafie un elemento perverso di protezione, identità ed integrazione. Un disastro pagato a caro prezzo che stiamo ancora ripetendo in Italia ed in Europa con l’aggravante, adesso, di fare i conti anche con il ruolo del terrorismo islamista che si propone di svolgere quel ruolo “avvolgente”con ancora più forza rispetto a quello che continua a svolgere le mafie.
D. Lanciare gli Stati Uniti d’Europa con l’obiettivo non solo di garantire una ripresa economica e sociale interna di una certa consistenza ma con l’ambizione di modificare la governance dell’attuale e negativa globalizzazione, troppo ingiusta e rovinosa nei rapporti sociali ed economici tra gli essere umani e i popoli e nella relazione con l’ambiente.
E. Fare del Mediterraneo il banco di prova per affrontare tutti i focolai di guerra e di sfruttamento presenti per aprire una stagione di cooperazione e di pace da affidare in una missione storica proprio agli Stati Uniti d’Europa alla luce della chiusura degli USA di Trump e delle strategie egemoniste della Russia di Putin e della espansione incontrollata della Cina.
In conclusione non lasciamo alla sola e legittima indignazione il compito di opporsi all’attuale governo ma proviamo ad alzare il livello della riflessione sui tragici errori commessi e sulla capacità riprogettuale di affrontare le immense sfide attuali della Sicurezza e della Uguaglianza dentro cui anche il governo dell’immigrazione può trovare la sua corretta ed equilibrata soluzione.
Giuseppe Lumia

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