Per far ripartire l’Italia il Pd torni ad essere un Partito progressista ~ di Giuseppe Lumia

Cosa manca sul piano politico realmente all’Italia? Un Partito progressista ed europeista che abbia il compito di dotarsi di una chiara identità, di affrontare i grandi temi che interpellano il mondo, di riprendere un rapporto organizzato con la società, con i propri elettori e guidare il cambiamento con una vasta alleanza di centrosinistra. Così pure nel centrodestra è necessario che prenda il via un Partito popolare conservatore ed europeista, capace di tenere a bada i populismi di destra e di rappresentare i conservatori con un profilo democratico e moderno.

Il resto è confusione, tatticismo, avvilimento che apre delle autostrade ad estremismi di ogni genere, a trasformismi devastanti, all’antipolitica, da un lato, e al disinteresse silenzioso che pervade il rapporto tra gli italiani, i giovani soprattutto, e la politica.

In vista delle elezioni del 4 marzo non si è fatto niente che potesse andare nella direzione di dotare il nostro Paese di partiti dalle solide fondamenta e finalmente liberi da quel modello devastante del “Partito Io”. La stessa legge elettorale non ha nè le virtù di quelle tipicamente maggioritarie, nè di quelle più proporzionali, alla fine sembra che non sia stata pensata per dare stabilità al Paese, ma per favorire a tavolino e a priori un incontro politicamente incestuoso tra, sottolineo, l’attuale Forza Italia e, sottolineo, l’attuale Partito democratico.

Adesso siamo nei guai, perché tutte le previsioni e tutti gli equilibri sono saltati e il rischio è che il Paese ancora una volta paghi un prezzo elevatissimo. Ma l’obiettivo, a maggior ragione, rimane lo stesso. Forza Italia si strutturi in modo ancora più chiaro e netto in Partito popolare ed europeista. Il Pd faccia lo stesso in termini marcatamente progressisti e in grado di puntare direttamente agli Stati Uniti d’Europa. Il resto si vedrà alla luce dei risultati elettorali, ma senza un cammino di questo tipo il nostro Paese resta “l’Italietta” che sbanda da un trasformismo all’altro, tra alleanze improbabili, precarie e innaturali.

È chiaro, pertanto, che il Pd deve fare un cammino alternativo a quello attuale. Per prima cosa deve affrontare le sfide che in tutto il mondo i partiti progressisti non sono riusciti ancora a governare. Da una parte si deve concentrare sul valore tornato impetuoso dell’uguaglianza, in termini di reddito, territorio, diritti. Dall’altra deve provare a domare, in termini progettuali e operativi, un altro valore che spira più da destra, quello della sicurezza, per elaborare un’idea progressista e condivisa nella società.

E’ un tragico errore prendere la scorciatoia dorotea (del potere per il potere), di un Pd che perde la propria identità progressista, riempie le sue liste di candidati con un chiaro profilo incolore, alcuni anche discutibili, e cerca disperatamente un ruolo di governo, anche pronto ad essere, com’è prevedibile, subalterno al centrodestra, perchè difficilmente potrà avere la guida di un esecutivo di larghe intese o comunque lo si voglia chiamare.

L’impegno di chi realmente crede in un cambiamento del Pd è quello di costruire, finalmente, una grande forza progressista che recuperi tutte le divisioni, rilanci una moderna progettualità e un credibile radicamento nei territori e che competa elettoralmente innanzitutto con il M5S. Come Forza Italia ha il compito di competere con la Lega e Fratelli d’Italia, anche noi abbiamo il compito di concorrere con il M5S. Che ci piaccia o meno i grillini sono quelli che più intersecano il nostro elettorato. Naturalmente questo significa non rincorrerli sul loro stesso terreno, ma svuotarli delle ragioni che li alimentano sul piano sociale, economico e morale.

In sostanza il politicismo tattico non serve più. Può servire al “Partito Io”, ma non al Paese. Servono grandi scelte e un investimento concreto sul “Partito Noi”, visto che ormai siamo tutti consapevoli dei danni del “Partito Io”, che purtroppo rimane ancora protagonista, e mi auguro per l’ultima volta, di questa campagna elettorale.

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