TUMULTI

TUMULTO
In questi giorni a partire dal 9 dicembre sono scoppiati in Italia numerosi tumulti come bombe a grappolo. Nella mia vita ho partecipato a tantissime manifestazioni, da quelle della pantera, ai girotondi, alla difesa della casa,  senza dimenticare quelle per l'art. 18, il social forum europeo e la difesa della costituzione. La più dura, triste ed al contempo bella manifestazione l'ho fatta il 20 luglio del 1992 partecipando ad un vero e proprio assalto pacifico al palazzo comunale di Palermo con le lacrime agli occhi per la brutale uccisione di Paolo Borsellino e degli agenti di scorta. Sono stato sempre un manifestante pacifico. Rispettoso delle forze dell'ordine e rispettato dalle stesse. Oggi però a pelle e forse anche per stanchezza, sono diffidente nei confronti di chi protesta. Non mi tornano le modalità. Innanzitutto la strategia quasi militare di come è partita la organizzazione di tale forma di protesta, mirante con non tante persone a bloccare il paese. In secondo luogo la mancanza di visione complessiva insita nei manifestanti. Ossia sembra che la protesta vada fatta solo perchè si debba protestare unendo motivi diversi e spesso in contraddizione tra loro. Ci sono i forconi, i no euro, l'estrema destra con il tricolore, no tav, casalinghe e liberi professionisti. Tifosi da stadio ed antagonisti di sinistra estrema. Grillini e fan di V per Vendetta, tornato in auge con il bellissimo film del 2006. Probabilmente c'è una grande rabbia che in questo momento nutro anche io. Mi sembra un mix di buona volontà unita a degli anarcoidi. Da un lato sento la necessità di ascoltare e condividere, dall'altro vedo dei  nuovi manipolatori delle piazze. Mi stride il gruppo mascherato dal tricolore che strappa la bandiera dell'Europa mentre in Ucraina altri manifestanti osannano la stessa bandiera. Ciò non toglie che il disagio e la rabbia in qualche modo devono trovare uno sfogo democratico. Alcuni punti sicuramente vanno affrontati. In primo luogo l'eccessiva rigidità del Trattato di Maastricht che rende l'Europa impopolare. Rendere umana Equitalia e comprendere le ragioni dei parenti dei suicidati. Abbassare la pressione fiscale arrivata a livelli altissimi. Bisogna che la classe politica riscopra il senso dell'etica perduta che i tanti scandali nelle regioni hanno appannato. A volte penso che, quasi quasi, invece che le province andavano eliminate le regioni, per tagliare i costi secondo una visione glocalist. Occorre poi isolare i violenti dalle manifestazioni, ma dovrebbero pensarci anche i manifestanti che non mi sembrano in grado. Siamo di fronte quindi a che cosa? Ancora non lo so e non lo capisco ed i richiami alla "marcia su Roma" mi danno la nausea. Una cosa ed un messaggio però lo voglio lanciare: stiamo attenti perchè quando la democrazia non riesce a creare benessere i totalitarismi sono dietro l'angolo.


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