CALLERI: IL RIFIUTO DI PARLARE DEI RIFIUTI A PRATO

La questione dei rifiuti tossici di cui recentemente si è occupata la Fondazione Caponnetto ci deve far alzare l'attenzione su tale tema. La recente uscita dell'agenzia americana sulla zona di Prato come la nuova terra dei fuochi, poi meglio specificata ma non ritirata dal Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, ha aperto una sorta di vaso di Pandora delle polemiche. In alcuni casi eccessive volte a ridimensionare il grido di allarme. La Toscana ha paura di parlare di questo tema. Secondo me i nervi scoperti sono un brutto segnale di sottovalutazione della questione mafiosa nella nostra terra. Eppure i clan sono presenti. Eppure il riciclo viene effettuato. Eppure i controlli vengono fatti, ma tutte le autorità competenti sono sotto organico. Alcune cose vanno dette comunque. Innanzitutto a Prato la situazione da un punto di vista della presenza mafiosa è molto pesante. Dal seguente indirizzo è scaricabile il rapporto sulla mafia a Prato: http://legalitapratese.blogspot.it/2013/06/report-mafia-prato.html . Anche la questione, tra l'altro recente, dell'accordo sui rifiuti tessili da smaltire in Cina tra criminalità cinese e camorra non è da sottovalutare, perchè tale caso ci dimostra che è stata tracciata una rotta che può essere usata per tanti scopi. E sono stati fatti accordi tra mafie diverse. Personalmente non sono rimasto stupito dalle nuove precisazioni del Procuratore Roberti, in quanto non poteva certo parlare di casi nuovi o di indagini coperte da segreto. Si può parlare solo di indagini chiuse. È ovvio. Ma la cosa che mi meraviglia è la reazione dei politici alle parole del Procuratore. Si sono più preoccupati delle dichiarazioni di una persona come Roberti che del fatto che le mafie sono presenti in Toscana ed a Prato. Un segnale politico non bello. Insomma solo un dato è certo: il rifiuto di parlare di rifiuti a Prato.

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