ALMA E LA PICCOLA ALUA di Claudio Loiodice

L’idea che il mondo possa girare in maniera inversa al normale sentimento comune, mi tormenta.

Nel caso della sig. Shalabayeva  e della sua tenera bambina, abbiamo assistito ad una prova di quanto possa pesare lo sfruttamento scorretto della globalizzazione.

Ci mi conosce, chi segue i miei elaborati di studio, sa che sono sostanzialmente favorevole alla globalizzazione, pur temendo effetti negativi.

Quanto, come in questo caso, la globalizzazione si impantana nel più becero interesse capitalistico – tengo a sottolineo che il capitalismo è a mio avviso il metodo migliore, tra quelli conosciuti, per governare le relazioni economiche tra gli esseri umani – si manifesta la predisposizione atavica degli uomini alla sopraffazione del suo simile.

Pur di raggiungere l’arricchimento, gli uomini sono disposti a sacrificare, non solo vite di poveri innocenti e questo è stato dimostrato nei numerosissimi conflitti bellici, ma ciò è ancor peggiore la stessa dignità intellettuale, le faticose conquiste di civiltà prodotte da secoli di processi culturali evolutivi, invertendo così la marcia verso processi involutivi.

La globalizzazione, prodotto apice del progresso, potrebbe paradossalmente rispedirci in uno spazio storico/temporale retrograde, annullando in un attimo, le faticose conquiste economiche, sociali e culturali.

Coloro che egoisticamente credono di beneficare di questa effimera ricchezza senza condividerla con gli altri, si accorgeranno ben presto che il loro successo, costruito su castelli di soprusi, non potrà durare molto, perché gli effetti della globalizzazione corrono veloci e velocemente stravolgono gli equilibri.

Questo cosa c’entra questo con il caso Shalabayeva?

Moltissimo, questo caso è la dimostrazione che poteri oramai distanti dal popolo e dalla filosofia democratica popolare, pur di mantenere il potere, statuario o economico che sia, sono disposti a giurare che Ablyazov è un criminale, perché lo dice uno Stato membro di organismi internazionali, poca importa se esistono concrete denunce a carico di quel Paese, di violazioni reiterate dei diritti dell’uomo,  e che la deportazione di sua moglie sia stata legittima e conforme alle norme nazionali, poco importa che mentono, sapendo di mentire, è quella la loro verità che sono obbligati a sostenere per chissà quale interesse, pubblico o privato, non importa.

Quanto costerà all’Italia e all’Europa intera, in termini culturali,  aver dovuto cedere al richiamo degli affari, in nome di un equilibrio geopolitico basato esclusivamente sulla dipendenza energetica?

Qualcosa non va, qualcosa ci sfugge e faremo bene tutti a soffermarci a riflettere, è il gioco il progresso culturale dell’intero pianeta.

Claudio Loiodice

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