GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’AMBIENTE. VA RIPRESA LA DATA SPARTIACQUE DEL 2030. Di Giuseppe Lumia

 


GIORNATA INTERNAZIONALE DELL’AMBIENTE. VA RIPRESA LA DATA SPARTIACQUE DEL 2030. di Giuseppe Lumia


5 Giugno, è la Giornata Internazionale dell’Ambiente. Dovremmo onestamente piuttosto chiamarla “la Giornata dell’Ambiente negato”, a causa di incendi devastanti, cementificazione sfrenata, uso dei combustibili fossili a tutto spiano, inquinamento del mare con plastiche e sversamenti di tutti i tipi, sfruttamento senza limiti delle risorse naturali oltre all’impatto devastante delle guerre. 


Siamo nei guai e in notevole ritardo sulla tabella di marcia. 


Doveva essere il 2030 l’anno spartiacque dell’inversione dei consumi energetici dai combustibili fossili alle energie rinnovabili. Sappiamo bene che non è più così. Si è dovuto rinviare, scegliendo addirittura il 2050 come “data tendenziale”, con il rischio evidente di arrivare a questa lontana data con danni diffusi e irreparabili. 


Torniamo allora a concentrarci sul 2030. Dopo un’altra estate purtroppo marcata dal caldo torrido dovuto al cambiamento climatico è possibile che questa data riprenderà vigore per rilanciare le strategie sostenibili. 


Tre idee-progetto mi preme sottolineare che riguardano in particolare la vita reale delle città e del ruolo dell’Europa. 


1) Rigenerazione Urbana. Ci vuole una nuova classe di sindaci e di amministratori capaci di misurarsi con questa sfida. Nelle città devono essere autorizzate a circolare solo auto elettriche. Deve applicarsi la strategia “rifiuti zero”, basata sul riciclo e sul riutilizzo di tutto ciò che è possibile. Ogni edificio pubblico e privato deve potersi alimentare con le energie appropriate al contesto ambientale. Devono utilizzarsi le tecnologie adeguate per cambiare radicalmente il sistema dei trasporti pubblico. Bisogna implementare il verde in tutte le sue dimensioni. Selezionare la classe dirigente adatta è allora il compito della politica. Divisioni, liti e campagne elettorali tutte giocate sul “conflitto dell’Io-sindaco” valgono poco.


2) Rigenerazione urbana e sociale. La dimensione sociale è l’altra faccia della medaglia. Nelle città si consumano disuguaglianze mostruose. Le baby gangs sono l’ultima manifestazione violenta, senza dimenticare l’azione incessante e strumentale delle mafie in molti quartieri degradati. Allora è il tempo del Welfare Community. Il Volontariato moderno sa bene cosa significa concretamente. Basta allora chiamare a raccolta le organizzazioni che praticano questo modello di Welfare e ascoltarle seriamente, così il percorso verrà ben tracciato. Anche per questo obiettivo è necessaria la classe dirigente adatta. Non c’è altra strada.


3) Rigenerazione urbana e sociale nel contesto degli Stati Uniti d’Europa. L’Unione Europea così com’è oggi non è in grado di farcela. L’assetto “Confederale” del potere decisionale, ancora in mano ai singoli Governi, non riesce a promuovere scelte ambientali realmente unitarie. È indispensabile pertanto un assetto “Federale”, in modo da dare al potere democratico la capacità di imprimere un’agenda di pace e di cooperazione internazionale, per affrontare in tempi brevi la rivoluzione green dell’economia e dell’accesso alle biotecnologie, dentro la cornice dello sviluppo sostenibile socialmente e ambientalmente. Senza una classe dirigente preparata e forgiata dall’idea moderna degli Stati Uniti d’Europa non andremo lontano.



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